Dialoghi - Chat 5: una notte al Musée Picasso di Parigi
In una recente puntata di La Grande Librairie, sul canale TV France5, la scrittrice e psichiatra Lydie Salvaire (Premio Gon- court, 2014) parlava del suo ultimo libro Marcher jusqu'au soir. L'editore Stock invita la scrittrice a dormire al Musée Picasso di Parigi durante la mostra Picasso-Giacometti. Dopo molte esita- zioni la Salvaire accetta la strana proposta e le mettono un lettino da campo proprio ai piedi di una famosa opera di Giacometti, L'Homme qui marche, che lei ama in modo particolare. Con grande stupore, dapprima un po' spaventata e intimidita, la scrittrice si accorge che non sente nulla, non prova nessuna emozione di fronte all'opera. E invece, lentamente, le accade di sentire un'altra cosa, del tutto inattesa: la modestia e l'impotenza di Giacometti. Il suo non riuscire mai a raggiungere la realtà. E questo la rimanda indietro, alla propria infanzia, alla propria ferita, a un padre innominabile, del quale non è mai riuscita a parlare. Il libro parte dall'opera di Giacometti per arrivare alla propria ferita, alla propria biografia e alla propria impotenza.
La comunicazione richiede una mancanza, deve saperti colpire, deve saperti disorientare; necessita di un salto che sappia entrare in modo coincidente nella mancanza dell'altro. L'artista sa compiere il primo passo, sa compiere quel gesto simbolico che anticipa il riconoscimento dell'altro, del fruitore. Egli sa parlare di quella ferita, di quella mancanza, di quel sacrificio restituendo (e questo è il punto fondamentale) l'emozione e lo spirito della vita.
Da Dialoghi, (2021) MAGI edizioni, pagina 80