Dialoghi - Chat 9: Puer e Senex un viaggio infinito
Sì, ed è anche il risultato di un'esperienza personale e unica. Credo inoltre che l'espressione di questo conflitto (illusione- realtà) può prendere forme molto diverse: una proviene dalla delusione e dal disincanto, produce lo svuotamento di senso, la fine della ricerca e dell'incanto. Tutto questo scaturisce dal non reggere il dolore di fronte al limite e genera quella figura che Gug- genbühl-Craig ha chiamato il vecchio stolto. L'altro invece proviene dalla comprensione profonda che l'elemento bambino è un archetipo, un nucleo ineliminabile che appartiene alla vita e all'essere in vita e forse all'essere in morte; quando si affaccia la morte questo elemento diventa essenziale. Rendermi conto di certe cose e accettare la parte misteriosa della vita, nel momento in cui colgo il limite del mio conoscere, ma anche il desiderio di andare oltre, l'incanto di fronte all'ignoto. Lo stesso desiderio che, quando ero giovane, mi dava la spinta per scalare, attualmente mi spinge a portare avanti le mie ricerche, pur cogliendo con maggiore lucidità l'insondabilità del reale, l'irraggiungibilità della cer- va bianca... qui il Puer è molto attivo e lo può essere perché può respirare; la parte dell'infinito è implicata, non c'è conclusione, ordine, non c'è un termine codificato, ma tutto è soggetto a una for- ma di consapevole illimitatezza. Se cominci a credere di sapere, il Puer si devitalizza; se il tuo sapere è codificato e le cose sono già note, il Puer muore […]
Da Dialoghi, (2021) MAGI edizioni, pagina